giovedì 18 luglio 2013

Polistirolo endovena, pleeeeeeeese!

Benvenuto! 
Se ti sei fermato sul il mio blog molto probabilmente anche tu sei appassionato come me dei fantastici robot degli anni ’70 (e ciò significa, purtroppo per te, che sei anche intorno alla quarantina, a dir poco!!!).

Tanti, tra di voi che incapperete nel mio blog, avranno sicuramente collezioni mooolto grandi, mooolto costose, moooolto complete e mooolto perfette! Questa mia e’ solo una piccola e modesta collezione; tanto che personalmente, più che definirla collezione la definirei “raccolta”, senza velleità di completezza, senza una linea guida che la definisca e che ogni collezione che si rispetti dovrebbe avere (per data, per soggetto, per materiale, per ditta…). Niente di tutto ciò, solo pezzi che mi ricordano qualcosa. 

Alcuni potranno avere o meno un certo valore collezionistico, molti sono giocati (ma non tanto, che gia’ all’epoca ero maniaco!), molti hanno le scatole strappate, il polistirolo sfondato; ah, amato polistirolo, probabilmente per i collezionisti del nostro tipo sarebbe da annoverare tra le sostanze che creano maggiore dipendenza, per non parlare del piacere fisico di scoperchiarlo! Da qui il titolo e l’immagine che aprono il  post ed inaugurano il blog! Ma non e’ la perfezione che cerco (e che tanto costa purtroppo!) o che voglio trasmettere!



Tutti i miei pezzi, i miei robot, hanno sicuramente un valore molto più grande, e non ce n’e’ uno tra voi, scommetto, che non sappia di cosa sto parlando: quello delle notti di natale passate nella spasmodica attesa di aprire i pacchi, quello della speranza della promozione solo per poter stringere tra le mani l’eroe agognato, quello del ricordo di una mamma e di un papà che, ora severi ora accondiscendenti, sapevano negare o elargire sogni e gioia secondo un metro spesso incomprensibile per un bimbo di otto anni. 
Ma anche il valore del pezzo trovato anni dopo in una fiera, quando l’età’ faceva già un po’ vergognare (dai, sei alle scuole medie ora… non andrai mica ancora appresso a queste cose!!!!) però era un’occasione che non poteva essere persa.

Ed infine il valore della riscoperta, in età matura (magari!) di una passione sopita ma mai finita, che oggi riesplode tra cromature perfette di pezzi moderni e splendenti e scatole lucide conservate con la cura maniacale di chi sa che… magari… fra qualche anno… quando non li faranno più… quando il ricordo sarà passato… quando non saranno più di moda… quale tesoro avrà mai in casa!
Nessun tesoro… nessun valore!
Solo passione, come ogni tipo di collezionismo e modellismo. Niente di più.


Un ultimo appunto: il termine Shin nel titolo significa "nuovo" in giapponese, dato l'argomento cosa c'e' di più calzante?
Di nuovo c'è che mi sono affidato ad una piattaforma più dinamica  (e capiente) per continuare ad inserire più foto (cosa che mi aveva fatto desistere dal continuare a pubblicare sulla vecchia piattaforma per la delusione di essere praticamente giunto al termine dello spazio!) e sopratutto spazio alle foto e meno chiacchiere che, per quanto nostalgiche e molto probabilmente condivisibili dagli appassionati, hanno il simpatico effetto di essere assolutamente repellenti in un'epoca di velocità e mancanza di tempo (o voglia) di soffermarsi troppo a leggere e rileggere cose risapute e rilette mille volte su altri lidi di appassionati.
Nel nuovo blog, i cui primi post ricalcheranno l'ordine di quelli vecchi, snellendoli e trasferendoli dalla vecchia alla nuova versione in rapida successione, posterò quindi giusto le informazioni sul modello, ma poi largo ai Robot, anzi ai RoboX, e poche chiacchiere!

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